IL SETTORE DEL TURISMO IN ITALIA OFFRE GARANZIE AL MONDO DEL LAVORO IN VARI AMBITI.


A FARLA DA PADRONE L’ENOGASTRONOMIA E I PERCORSI STORICO ARTISTICO E PAESAGGISTICO. IN CRESCITA I LAVORI STAGIONALI.

Il turismo in Italia rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia nazionale, grazie alla straordinaria ricchezza storica, culturale, artistica e paesaggistica del paese. Molti gli aspetti di questo ambito che riguardano il Patrimonio Culturale e Artistico come le tantissime Città d’Arte e Siti UNESCO. L’Italia, infatti, ospita città di fama mondiale come Roma, Firenze, Venezia e Napoli, ognuna con monumenti, musei e siti storici di rilevanza globale. Molti di questi luoghi sono stati riconosciuti dall’UNESCO per il loro valore culturale e artistico. Non meno importanti sono le tradizioni e i Festival: tradizioni locali, le feste storiche e i festival culturali che offrono ai visitatori esperienze uniche e autentiche, che vanno dalla rievocazione storica a celebrazioni enogastronomiche. Le bellezze Naturali e Paesaggi Diversificati che creano possibilità di rafforzare anche l’aspetto economico partendo dalle coste e mare, in quantom la penisola italiana, con le sue coste frastagliate, le isole (come la Sicilia, la Sardegna e Capri) e il Mar Mediterraneo, offre paesaggi marini mozzafiato, per non parlare delle montagne e de laghi: Le Alpi e gli Appennini offrono numerose opportunità per gli amanti degli sport invernali e delle attività outdoor. I laghi, come il Lago di Garda, il Lago Maggiore e il Lago di Como, rappresentano mete ideali per il turismo naturalistico e di relax intorno a cui si sviluppa un’economia profonda. A farla da padrone è la gastronomia ed enoturismo. La cucina italiana è celebre in tutto il mondo. I tour enogastronomici permettono di scoprire le specialità regionali, la tradizione culinaria e la produzione locale di vini, come l’enoturismo, dove le regioni vinicole, come la Toscana, il Piemonte, il Veneto e la Sicilia, attraggono appassionati di vino che vogliono visitare cantine, partecipare a degustazioni e conoscere le tecniche di produzione. Poi abbiamo il cosiddetto Turismo Sostenibile e Innovazioni, la sostenibilità ambientale.

Negli ultimi anni, l’Italia ha puntato sempre più sulla promozione di un turismo sostenibile, che rispetti l’ambiente e le comunità locali. Iniziative di turismo rurale e agriturismi sono in crescita, valorizzando la cultura locale e le produzioni a chilometro zero. In questo panorama che arricchisce la nostra economia, si inserisce anche la digitalizzazione e l’innovazione. Le piattaforme online e le applicazioni digitali migliorano l’esperienza turistica, facilitando prenotazioni, itinerari personalizzati e la scoperta di attrazioni meno conosciute. Per quanto riguarda l’impatto economico e le sfide che ne derivano, l’importanza economica del turismo è fondamentale per l’economia italiana, generando occupazione in numerosi settori, dall’ospitalità alla ristorazione, dai trasporti alle attività culturali. Alcune destinazioni, in particolare le grandi città e i siti storici più famosi, devono affrontare il problema dell’eccesso di visitatori, che può mettere a rischio il patrimonio e la qualità della vita dei residenti. La gestione sostenibile del flusso turistico rappresenta una priorità per le amministrazioni locali. In definitiva,il turismo in Italia contitive, i Bedca delle opportunità e alcuni dati rilevanti tratti dalle statistiche ISTAT, mostrano che vi è una grande opportunità di Lavoro nel Turismo attraverso l’accoglienza e l’ospitalità come gli Hotel e strutture ricettive, i Bed & Breakfast e agriturismi, ristorazione ed enogastronomia che danno lavoro a camerieri, cuochi e sommelier, soprattutto in località con forte attrattiva turistica, a guide specializzate, responsabili delle degustazioni e organizzatori di itinerari enogastronomici nelle regioni vinicole. In sintesi, il turismo in Italia non solo rappresenta una risorsa culturale e paesaggistica di inestimabile valore, ma costituisce anche un settore dinamico in grado di offrire una vasta gamma di opportunità lavorative, confermate dai dati Istat e strutture ricettive, i Bed & Breakfast e agriturismi, ristorazione ed enogastronomia che danno lavoro a camerieri, cuochi e sommelier, soprattutto in località con forte attrattiva turistica, a guide specializzate, responsabili delle degustazioni e organizzatori di itinerari enogastronomici nelle regioni vinicole.

Anche le guide turistiche e operatori culturali sono ormai professionisti in grado di valorizzare il patrimonio artistico, storico e culturale delle città e dei siti UNESCO. In sintesi, il turismo in Italia non solo rappresenta una risorsa culturale e paesaggistica di inestimabile valore, ma costituisce anche un settore dinamico in grado di offrire una vasta gamma di opportunità lavorative, confermate dai dati Istata gestione delle prenotazioni. In sintesi, il turismo in Italia non solo rappresenta una risorsa culturale e paesaggistica di inestimabile valore, ma costituisce anche un settore dinamico in grado di offrire una vasta gamma di opportunità lavorative, confermate dai dati Istatesaggistica di inestimabile valore, ma costituisce anche un settore dinamico in grado di offrire una vasta gamma di opportunità lavorative, confermate dai dati Istatffrire una vasta gamma di opportunità lavorative, confermate dai dati Istat dati degli anni precedenti hanno mostrato che il settore turistico contribuisce per una quota importante al PIL nazionale e genera un ampio indotto occupazionale. Occupazione Diretta: prima della crisi legata alla pandemia, si stimava che il numero di occupati direttamente nel settore turistico oscillasse tra 1,2 e 1,4 milioni con un indotto delle attività che se collegate a trasporti, commercio, artigianato etc, si raggiunge un numero significativamente superiore, superando i 3 milioni di occupazioni. Con il recupero Post-Pandemia,i dati ISTAT evidenziano una graduale ripresa delle attività turistiche con segnali di crescita sia nell’afflusso dei visitatori che nell’occupazione, grazie anche a politiche di sostegno a livello nazionale e regionale. Le regioni con una forte vocazione turistica (come Lazio, Toscana, Veneto, Sicilia e Campania) mostrano, storicamente, il maggior numero di opportunità di lavoro, sia stabili che stagionali, con una particolare attenzione alle aree urbane e a quelle di forte interesse paesaggistico e culturale. Ma anche in quest’ambito la Formazione e Specializzazione, restano prioritarie. Infatti il mercato del lavoro nel turismo richiede competenze specifichee la formazione professionale (corsi per sommelier, guide turistiche, gestione alberghiera, digital marketing, ecc.) rappresenta un elemento chiave per accedere a queste opportunità. In sintesi, il turismo in Italia non solo rappresenta una risorsa culturale e paesaggistica di inestimabile valore, ma costituisce anche un settore dinamico in grado di offrire una vasta gamma di opportunità lavorative, confermate dai dati Istat.

PATENTE A PUNTI STRUMENTO NECESSARIO PER LA PROMOZIONE DELLA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO. LE ULTIME NOVITA’ E VANTAGGI DEL SISTEMA.


PER LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE LA FORMAZIONE CONTINUA E’ FONDAMENTALE.

La sicurezza sul lavoro è una priorità fondamentale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e produttivo e per la Co.N.A.P.I. Nazionale i percorsi di formazione per promuovere la sicurezza sul lavoro, restano elementi prioritari. Infatti la Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori, offre vari percorsi di Formazione professionale per promuovere la sicurezza sul lavoro erogando corsi attraverso piattaforme innovative, come UNABIT, assicurando la certificazione tramite l’Organismo Paritetico Nazionale (O.P.N. E.LAV.), rivolti ad imprenditori, dirigenti e lavoratori per migliorare le varie competenze. La Formazione è obbligatoria per i datori di lavoro ai sensi degli accordi Stato-Regioni coprendo vari aspetti della sicurezza sul lavoro , i corsi formativi sono obbligatori e si svolgono in varie modalità come in videoconferenza, in presenza oppure in e-learning. Va sottolineato che la Co.N.A.P.I. offre incentivi economici per le aziende che investono nella Formazione continua dei propri dipendenti in materia di sicurezza negli luoghi di lavoro e mirano ad incentivare e promuovere la cultura della prevenzione e ridurre il numero di infortuni verificando e assicurandosi in maniera obbligatoria che i lavoratori abbiano acquisito le competenze necessarie per svolgere i loro compiti in sicurezza in conformità alle normative vigenti.

Partendo da questi presupposti analizzando i numeri degli infortuni che, negli ultimi sei mesi del 2024 sono stati 3.600 casi di incidenti con un’alta percentuale di decessi, si avverte la necessità di un’attenzione particolare sulla prevenzione, ed ecco che la patente a punti sui posti di lavoro rappresenta un’innovativa misura di prevenzione degli infortuni, volta a promuovere comportamenti sicuri e responsabili tra i lavoratori e i datori di lavoro. Essa funziona con un punteggio iniziale dove ogni lavoratore e datore di lavoro parte con un punteggio di 100 punti, attribuiti in base alla conformità delle normative di sicurezza e alla formazione ricevuta, i punti vengono poi sottratti in seguito ad infrazioni delle norme di sicurezza o incidenti sul lavoro. Ad esempio, la mancata osservanza delle procedure di sicurezza può comportare la perdita di 10 punti, mentre un infortunio grave può portare alla decurtazione di 30 punti, in ogni caso può esserci il recupero di essi partecipando a corsi di aggiornamento e formazione sulla sicurezza, organizzati da enti certificati. Ogni corso consente di recuperare fino a 15 punti. Se un lavoratore o datore di lavoro perde tutti i 100 punti, sarà necessario frequentare un corso intensivo di formazione sulla sicurezza e superare un esame finale per poter riprendere l’attività lavorativa.

A partire dal 2024, ci sono stati importanti aggiornamenti riguardanti il sistema della patente a punti sui posti di lavoro come per l’edilizia che ora è diventato obbligatorio per le imprese edili e i lavoratori autonomi possedere una patente a punti specifica per operare nei cantieri temporanei o mobili. Questo sistema valuta la storia in materia di sicurezza e di formazione del personale. Saranno disponibili incentivi economici per le aziende che investono nella formazione continua dei propri dipendenti in materia di sicurezza sul lavoro, incentivi che, come spiegato in precedenza sono fondamentali per la Co.N.A.P.I. Nazionale, in quanto mirano a promuovere la cultura della prevenzione per ridurre il numero di infortuni. Tra i vantaggi del Sistema che migliora la sicurezza, ci sono i comportamenti sicuri e responsabili attraverso i quali si riduce il rischio di infortuni e incidenti sui luoghi di lavoro, poi ancora l’aumento della consapevolezza dove il sistema della patente a punti incoraggia a comprendere una maggiore consapevolezza dell’esistenza delle normative di sicurezza tra lavoratori e datori di lavoro. Per gli incentivi alla Formazione c’è la possibilità di recuperare punti e gli incentivi economici spingendo le aziende a investire nella formazione continua in materia di sicurezza. In conclusione, la patente a punti sui posti di lavoro è uno strumento cruciale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e prevenire gli infortuni. Rispettare le normative di sicurezza e partecipare ai corsi di formazione sono passi essenziali per mantenere un punteggio elevato e garantire la sicurezza di tutti i lavoratori evitando sanzioni amministrative che vanno da 6.000 euro a 12.000 euro.

SICUREZZA E INNOVAZIONE : LE SFIDE DEL 2025 PER IL LAVORO LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE INDIVIDUA I PUNTI FONDAMENTALI.


PER IL PRESIDENTE NAZIONALE BASILIO MINICHIELLO “LA FORMAZIONE E LA SICUREZZA SONO ELEMENTI IMPRESCINDIBILI”.

La Co.N.A.P.I. Nazionale (Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori) che offre diversi servizi di sicurezza e formazione per le imprese associate, supportando le aziende nell’adempimento degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08, ed offrendo: Valutazione dei rischi e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, Formazione per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza,Formazione e aggiornamenti per addetti antincendio e primo soccorso come Consulenza per la sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, occupandosi inoltre di Formazione Professionale erogando corsi di formazione e aggiornamento per imprenditori, artigiani e dipendenti, tra cui, Corsi obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro, Corsi di specializzazione per diversi settori produttivi, Formazione finanziata tramite fondi interprofessionali Workshop e seminari su innovazione e sviluppo aziendale, è sempre piu’ interessata a concentrarsi su punti che portano ad individuare le sfide nell’ambito del lavoro e ne individua i punti più importanti come la digitalizzazione che continua a trasformare il mondo del lavoro attraverso l’intelligenza artificiale che gioca un rolo fondamentale per le aziende.

Per il Presidente della Co.N.A.P.I. Nazionale, Basilio Minichiello, l’AI può migliorare la sicurezza sul lavoro attraverso la previsione dei rischi e l’ottimizzazione dei vari percorsi formativi anche se ciò richiede una gestione attenta dei dati e della privacy dei lavoratori. Un altro punto fondamentale per un ambiente lavorativo sempre più all’avanguardia, riguarda l’attenzionare della salute di ciascun lavoratore in quanto negli ultimi tempi, si è andata sempre maggiormente attenzionando la salute mentale diventata nelle aziende e dunque per i datori di lavoro prioritaria in quanto fondamentale è diventata la gestione dei rischi psicosociali sul posto di lavoro. Le aziende, infatti dovrebbero adottare strategie per prevenire lo stress e promuovere il benessere dei dipendenti. Per Minichiello infatti, è un focus a cui la Confederazione Nazionale degli Artigiani e Piccole Imprese, tiene assolutamente conto, unitamente al cambiameno climatico che nel Focus sui punti riguardanti le nuove sfide per la sicurezza sul lavoro, come le condizioni metereologiche estreme e l’esposizione a sostanze chimiche, rappresenta un punto altrettanto indispensabile . “ Le aziende- afferma il Presidente- devono adottare pratiche sostenibili per proteggere sia i lavoratori che l’ambiente”. Negli anni e soprattutto dopo la Pandemia, si è avuto un’accelerazione di nuovi modelli di lavoro come ad esempio, la diffusione del lavoro remoto e dei contratti flessibili, questi nuovi modelli di lavoro, richiedono nuove misure di sicurezza e benessere per garantire che lavoratori ed aziende siano protetti , indipendentemente da dove lavorano e proprio su questi punti, che il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale guidato dal dottor Antonio Zizza , sta orientando la propria attenzione per poter realizzare un lavoro rivolto alle aziende sottoforma di questionario.

Un altro punto fondamentale che riguarda le nuove sfide, riguardano le tecnologie emergenti nella prevenzione come l’Internet delle Coser (IoT) ed il monitoraggio in tempo reale che sta certamente rivoluzionando la gestione della sicurezza sul lavoro. Queste tecnologie consentono un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e delle esposizioni a rischi. Proprio per questa continua trasformazione “è essenziale- afferma il dottor Minichiello- una Formazione continua unitamente alla conformità normativa, ritenuti punti fondamentali per garantire che i lavoratori, siano sempre aggiornati sulle migliori pratiche di sicurezza”. Le aziende investono sempre più in programmi di Formazione per mantenere i propri dipendenti informati e preparati. In conclusione, l’adattamento ai cambiamenti e alle nuove normative richiede ecosistemi di lavoro flessibili e resilienti. Le aziende devono essere sempre più pronte a rispondere rapidamente alle sfide emergenti e ad implementare soluzioni innovative per migliorare la Sicurezza sul Lavoro, queste sfide analizzate richiedono un approccio integrato e collaborativo tra aziende, associazioni datoriali e tutte le parti interessate per creare un ambiente di lavoro sicuro e innovativo per il 2025 e oltre .

IL LAVORATORE SENZA TUTELE: L’IMPRENDITORE


UN LAVORO SENZA DIRITTI NE’ CERTEZZE

Esiste un lavoratore senza diritti, un operatore dell’economia che ogni giorno affronta sfide immense, senza la protezione di cui molti altri godono. Non ha malattia riconosciuta, non ha una paga minima garantita, né un orario massimo da rispettare. Lavora senza certezze, sapendo che anche il compenso, frutto della sua fatica, può essere messo in discussione. Addirittura, il suo patrimonio può svanire da un giorno all’altro.

Non ha diritto a ferie, non conosce il riposo. È il primo ad arrivare sul posto di lavoro e l’ultimo ad andarsene. Ci sono notti in cui rimane sveglio, sommerso dai conti e dalle preoccupazioni, senza straordinari, senza premi. Eppure non si lamenta, non alza la voce. Sorride, tira avanti e si rimbocca le maniche.

Se lo fa, è perché è innamorato del suo lavoro. È mosso dall’orgoglio di creare, di costruire qualcosa di suo, di contribuire alla società con le proprie idee e il proprio impegno. È un Imprenditore.

Essere imprenditori non è solo un lavoro, è una missione. Una vocazione che chiede tutto, ma che dà in cambio la soddisfazione di vedere crescere ciò che si è costruito con le proprie mani. Dietro ogni impresa c’è una storia di sacrificio e coraggio. E dietro ogni imprenditore c’è una persona che lotta ogni giorno, spesso nell’ombra, per dare vita al proprio sogno.

IL LAVORO: UN DIRITTO E UN DOVERE DA TUTELARE E RISPETTARE


IL LAVORO E’ UN DIRITTO DA PROTEGGERE E UN DOVERE DA RISPETTARE

Il lavoro, come sancito dalla Costituzione Italiana all’articolo 1, è un diritto fondamentale su cui si fonda la Repubblica. È uno strumento essenziale per garantire dignità, indipendenza e realizzazione personale a ogni individuo. Ma il lavoro non è solo un diritto: è un equilibrio tra ciò che il lavoratore ha il diritto di ricevere e ciò che, in quanto parte integrante di una comunità aziendale, è tenuto a dare.

Il principio costituzionale che tutela il lavoro non si limita a riconoscerlo come diritto, ma ne definisce anche le condizioni essenziali: deve essere svolto in un ambiente sicuro, deve rispettare la dignità della persona e deve essere equamente retribuito. Uno stipendio giusto e proporzionato, insieme alla sicurezza e al rispetto, rappresenta il cuore di un rapporto lavorativo corretto. È doveroso combattere lo sfruttamento del lavoro, le condizioni di asservimento e ogni forma di abuso che porti il lavoratore a perdere la propria dignità.

Ma la tutela del lavoro deve includere anche la consapevolezza che ogni diritto comporta dei doveri. Il lavoratore, all’interno di un’azienda, ha delle responsabilità verso il datore di lavoro e verso l’organizzazione nel suo insieme. Non si tratta solo di adempiere alle mansioni previste, ma di mantenere un atteggiamento di rispetto e correttezza, al pari di quando si è ospiti in una casa: si rispetta l’ambiente, si riconosce il ruolo di chi ne è padrone e ci si comporta con considerazione.

Esattamente come è giusto combattere lo sfruttamento e gli abusi che minano la dignità del lavoratore, è altrettanto doveroso condannare le condotte scorrette da parte dei lavoratori, come approfittarsi della propria posizione per interessi personali o arrecare danno all’azienda. La lealtà è il fondamento di un rapporto di lavoro sano. Non esiste una realtà aziendale prospera senza un reciproco rispetto tra lavoratore e datore di lavoro, che siano legati da un contratto stabile o temporaneo.

Un ambiente di lavoro ideale si costruisce sul rispetto reciproco. Il datore di lavoro deve creare un contesto sicuro e dignitoso, riconoscendo ai lavoratori i loro diritti fondamentali. Il lavoratore, d’altra parte, deve onorare il proprio ruolo con impegno, rispetto e responsabilità. Solo così si può costruire un modello di lavoro equo e giusto, che rispetti i principi costituzionali e garantisca il benessere di tutte le parti coinvolte.

In definitiva, il lavoro non è solo un diritto da tutelare ma anche un dovere da rispettare. È un rapporto di equilibrio, dove la dignità e il rispetto, da entrambe le parti, sono la chiave per costruire una società più giusta e una comunità lavorativa solida e responsabile.

UN MONDO DI SOLI DIRITTI: L’UTOPIA DELL’EGOISMO SOCIALE


L’ILLUSIONE DEL “DIRITTO PER TUTTI” SENZA RESPONSABILITA’ COLLETTIVA

Un mondo di soli diritti: il titolo è già di per sé un paradosso, un’utopia destinata a sgretolarsi di fronte alla realtà. È impensabile concepire una società dove esistano soltanto diritti senza doveri. Se il diritto è l’antitesi del dovere, è altrettanto vero che uno non può esistere senza l’altro. Dove c’è qualcuno che rivendica un diritto, c’è qualcun altro che deve soddisfare quel diritto.

In una democrazia autentica, che si fonda su principi morali e sociali condivisi, i diritti e i doveri devono viaggiare di pari passo. Ricevere è possibile solo se siamo disposti a dare, ed essere giusti e democratici significa offrire tanto quanto riceviamo. Tuttavia, questa consapevolezza sembra sfuggire sempre più nella nostra quotidianità.

Nella famiglia, nel lavoro, nella società, l’approccio dominante sembra orientato esclusivamente verso ciò che ci spetta. Rivendichiamo diritti con forza e convinzione, ma siamo meno disposti a riconoscere i nostri doveri. Esigiamo rispetto, ma quante volte lo offriamo? Reclamiamo equità, ma siamo pronti a essere giusti noi per primi? Nel mondo del lavoro, ad esempio, spesso chiediamo migliori condizioni, ma siamo disposti a impegnarci e a offrire il massimo per meritarle?

Questo squilibrio crea una cultura dell’egoismo sociale, dove la parola “diritto” viene utilizzata come scudo per giustificare pretese individuali, dimenticando che ogni diritto si basa su un reciproco dovere. Una democrazia non è semplicemente un sistema che garantisce diritti, ma un patto sociale che implica responsabilità condivise.

Se vogliamo costruire un mondo giusto e democratico, dobbiamo partire dal riconoscere questa verità fondamentale: dobbiamo dare prima di ricevere. Non si tratta di una mera questione morale, ma di una necessità pratica per creare equilibrio e armonia. Ogni diritto che rivendichiamo deve essere bilanciato dalla nostra disponibilità a contribuire al benessere comune.

Un mondo di soli diritti, privo di doveri, è destinato al caos e all’ingiustizia. Perché, senza doveri, i diritti diventano solo pretese vuote, e la società si trasforma in un’arena di egoismi contrapposti. È solo attraverso l’equilibrio tra dare e ricevere che possiamo costruire un mondo davvero democratico, dove la giustizia non sia una parola vuota, ma una realtà condivisa.

WELFARE AZIENDALE BENEFICI PER I DIPENDENTI OFFERTI DAL DATORE DI LAVORO PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA

Il welfare aziendale rappresenta un insieme di benefici, beni, prestazioni e servizi offerti dal datore di lavoro ai propri dipendenti, con l’obiettivo di integrare la componente monetaria della retribuzione e migliorare la qualità della vita privata e lavorativa. Questi strumenti, forniti in natura o sotto forma di rimborsi, hanno finalità sociali e possono essere esclusi, totalmente o parzialmente, dal reddito da lavoro dipendente, secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS.

I beneficiari del welfare aziendale sono i dipendenti, ai quali i beni e servizi devono essere offerti alla generalità o a categorie omogenee di lavoratori per godere dell’esenzione fiscale e contributiva. Possono essere coinvolti anche i familiari del lavoratore, come definiti dall’articolo 12 del TUIR, includendo coniuge, figli, ascendenti, fratelli, sorelle, generi, nuore, suoceri e partner uniti civilmente. È inoltre possibile includere stagisti e lavoratori somministrati nei piani di welfare aziendale, poiché percepiscono redditi assimilati al lavoro dipendente. Tuttavia, l’attribuzione dei benefici a un singolo lavoratore non è ammessa, in quanto farebbe perdere i vantaggi fiscali e contributivi.

Tra i beni e i servizi messi a disposizione rientrano le spese per l’istruzione, l’assistenza agli anziani e ai familiari non autosufficienti, i contributi per la sanità integrativa o la previdenza complementare, la mensa aziendale o i buoni pasto, gli abbonamenti per il trasporto pubblico e altri servizi di utilità sociale. Questi strumenti possono essere erogati sulla base di contratti collettivi, regolamenti aziendali o per decisione volontaria del datore di lavoro.

Dal punto di vista fiscale, il welfare aziendale consente ai lavoratori di beneficiare dell’esclusione dal reddito imponibile di determinate somme e dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Alcune prestazioni, come i contributi sanitari, prevedono un limite di esenzione fiscale pari a 3.615,20 euro annui. Per le aziende, le spese sostenute per il welfare sono generalmente deducibili dal reddito d’impresa, ai sensi dell’articolo 95 del TUIR, sebbene per le opere di utilità sociale volontarie si applichi un limite pari al 5 per mille del costo complessivo del personale dipendente, come previsto dall’articolo 100 del TUIR.

Nonostante questi vantaggi, in Italia il welfare aziendale è ancora sottoutilizzato. Questo avviene principalmente a causa dell’alto costo del lavoro, che rappresenta un ostacolo significativo per le imprese, soprattutto per le piccole e medie aziende. Molte imprese, infatti, trovano difficile adottare strumenti di welfare aziendale, in quanto il peso fiscale e contributivo generale riduce le risorse disponibili per finanziare tali iniziative. Di conseguenza, il welfare aziendale, pur essendo uno strumento con un grande potenziale per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e incentivare la produttività, rimane limitato nella sua diffusione pratica. Una maggiore sensibilizzazione e interventi normativi mirati potrebbero favorirne un uso più ampio ed efficace.

Co.N.A.P.I. NAZIONALE FIRMA IL CCNL PER GLI ENTI DI PATRONATO CHE REGOLAMENTA I RAPPORTI DI LAVORO

A Roma, il presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, il dottor Basilio Minichiello, ha apposto la firma al CCNL che coinvolge gli Enti di Patronato i quali avvertono sempre più l’esigenza di disciplinare in modo specifico i rapporti di lavoro, soprattutto si intende disciplinare in maniera equilibrata e strutturata, rapporti di lavoro all’interno di un determinato settore che un lavoratore svolge attraverso un ruolo fondamentale nel sistema di welfare, intendendo per esso, l’insieme delle iniziative di natura contrattuale o unilaterale da parte del datore di lavoro volte a incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia attraverso beni e servizi in natura che non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente, come attestato dalla sentenza pronunciata dalla Corte Costituzionale la n. 42/2000 la quale ha inteso dare un riconoscimento ed una specifica connotazione pubblicistica, connessa alla funzione svolta e stabilendo che i lavoratori unitamente ai datori di lavoro,integrano il sistema pubblico per la garanzia dei diritti di cui al’art.36 della Costituzione con cui si stabilisce che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

I Patronati, dunque tutelano e garantiscono assistenza, consulenza e tutela ai cittadini nei rapporti con gli enti previdenziali, assistenziali e amministrativi, svolgendo anche una insostituibile funzione di orientamento ai servizi ed ai diritti dei cittadini.
Inoltre gli Enti di Patronato, sono ritenuti fondamentali presidi di protezione sociale, operando in un contesto sempre più crescente affrontando la complessità e la mole normativa oltre alla grande responsabilità professionale ed etica a cui si attengono. I Patronati, considerano necessario porre in essere un contratto specifico che va a valorizzare le competenze dei lavoratori, assicurandone la qualità dei servizi che vengono erogati alla comunità lavorativa.
Quindi con il presente CCNL si intende definire in modo puntuale e preciso le mansioni proprie dei lavoratori di un determinato settore, stabilendo una chiara articolazione dei compiti e delle responsabilità che saranno suddivise per ambiti operativi e settori di attività.

Inoltre si intende regolamentare i livelli di inquadramento contrattuale in base alla complessità delle attività che sono svolte, alle competenze richieste e all’esperienza maturata al fine di valorizzare la professionalità e garantire percorsi di crescita attraverso una formazione continua, poi ancora si vogliono tutelare i diritti dei lavoratori che svolgono mansioni in un ambito settoriale specifico , prevedendo condizioni di lavoro eque, dignitose e sicure, nonché strumenti di aggiornamento e formazione obbligatoria essenziali per affrontare le sfide di un settore in costante evoluzione.


Promuovere la centralità del ruolo sociale del Patronato, riconoscendone l’importanza come servizio gratuito e accessibile per i cittadini, in modo particolare per soggetti più fragili.
Le parti firmatarie del presente CCNL si sono impegnate a collaborare attivamente per garantire la corretta applicazione del contratto, monitorandone l’evoluzione delle esigenze che un determinato settore richiede e assicurare il giusto equilibrio tra la tutela dei lavoratori e la sostenibilità economica degli Enti di Patronato.
Il contratto firmato, rappresenta un punto di riferimento essenziale per il consolidamento e lo sviluppo del comparto, contribuendo al miglioramento continuo dei servizi che si intendono assicurare alla collettività valorizzandone le risorse umane impegnate nell’ambito di uno specifico settore.

Il Presidente Minichiello si dice soddisfatto del risultato raggiunto, dichiarandosi aperto alle novità e alla regolamentazione dei rapporti contrattuali al fine di garantire la massima tutela aziendale nell’erogazione dei servizi . “La firma apposta oggi- dichiara il presidente Minichiello- ha un significato ben preciso quello di garantire la massima tutela ai lavoratori e ai cittadini che hanno bisogno di assistenza essendo il patronato un istituto presente in Italia, che esercita funzioni di assistenza e di tutela in favore dei lavoratori, dei pensionati e di tutti i cittadini presenti sul territorio dello Stato”. E’ bene precisare che mentre al CAF è possibile rivolgersi per ottenere assistenza in materia tributaria e fiscale, il Patronato sbriga le pratiche di carattere sociale e previdenziale, attraverso un’emanazione diretta di una organizzazione sindacale, datoriale o associativa, sia essa di lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi o di entrambe le categorie.

IRPEF 2025: LE NOVITA’ DELLA LEGGE DI BILANCIO E GLI IMPATTI SULLE BUSTE PAGA. LA RIFLESSIONE DEL CONSULENTE

Come consulente del lavoro, ho analizzato le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2025), che rappresenta una svolta significativa in ambito fiscale e contributivo per i redditi di lavoro subordinato. Le modifiche apportate avranno un impatto diretto sulle retribuzioni nette e richiedono un’attenta valutazione da parte di datori di lavoro e professionisti del settore per garantire una corretta applicazione delle norme e una gestione ottimale delle buste paga.
Ecco le principali novità in evidenza:
Aliquote IRPEF 2025
Le aliquote restano confermate come segue:
• 23% per redditi fino a 28.000 euro;
• 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro;
• 43% per redditi superiori a 50.000 euro.

Detrazioni IRPEF 2025
Le formule per il calcolo delle detrazioni IRPEF rimangono invariate, con una modifica significativa:
• Per redditi fino a 15.000 euro, l’importo massimo della detrazione aumenta da 1.880 euro a 1.955 euro.

Esonero Contributivo 2025
L’esonero generalizzato sulla quota IVS non è più applicabile dal 2025. Invece, diventa strutturale l’esonero parziale per le lavoratrici madri:
• Valido per lavoratrici con due o più figli;
• Esteso fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, e dal 2027, fino al diciottesimo anno per madri di tre o più figli.
• Limite reddituale: 40.000 euro annui imponibili.
Indennità Aggiuntiva
Viene riconosciuta un’indennità non imponibile ai redditi fino a 20.000 euro:
• 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
• 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
• 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.
Detrazione Aggiuntiva
Per redditi tra 20.000 e 40.000 euro, è prevista una detrazione aggiuntiva:
• 1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro;
• Formula proporzionale per redditi da 32.000 a 40.000 euro.

Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 evidenziano una tendenza a premiare le fasce di reddito medio-basso, favorendo in particolare i lavoratori con figli a carico e i redditi fino a 20.000 euro. In questo contesto, gli esoneri contributivi per le lavoratrici madri rappresentano una misura di sostegno strutturale significativa, ma con limiti di applicazione in base al reddito annuo imponibile.
Per i datori di lavoro, queste novità comportano la necessità di rivedere con attenzione la gestione delle buste paga e di valutare l’impatto delle nuove disposizioni su eventuali accordi contrattuali, evitando di basarsi esclusivamente sul netto in busta paga a causa delle specificità fiscali e contributive introdotte.
È inoltre importante sottolineare che i lavoratori con redditi complessivi fino a 20.000 euro beneficiano di un incremento diretto grazie all’introduzione dell’indennità aggiuntiva non imponibile. Per i redditi superiori, la detrazione aggiuntiva rappresenta un incentivo significativo, soprattutto per chi si colloca nella fascia tra 20.000 e 32.000 euro.
La Legge di Bilancio 2025 si presenta come un importante strumento di ridefinizione delle politiche fiscali, con l’obiettivo di semplificare il sistema e favorire determinate categorie di lavoratori. Tuttavia, l’applicazione delle nuove norme richiede un’attenta pianificazione da parte di datori di lavoro e consulenti per evitare incongruenze e massimizzare i benefici fiscali.

IMMIGRAZIONE E LAVORO: UNA RISORSA STRATEGICA PER L’ ECONOMIA ITALIANA

La carenza di forza lavoro e il calo delle nascite rappresentano da anni una seria minaccia per l’economia italiana. A questo si aggiunge un disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dal mercato del lavoro, generando un gap che ostacola la crescita economica. In questo contesto, una soluzione concreta e sostenibile potrebbe essere rappresentata dall’immigrazione regolare e ben organizzata, offrendo nuove risorse umane provenienti da paesi terzi.

Un approccio strategico prevede non solo la regolarizzazione dei flussi migratori, ma anche la formazione delle risorse direttamente nei paesi d’origine. Questo metodo permetterebbe di colmare il disallineamento delle competenze, garantendo una forza lavoro qualificata e pronta ad affrontare le esigenze del mercato italiano. Le prospettive di successo di un simile modello sono significative, contribuendo sia al benessere dei lavoratori immigrati che alla competitività delle imprese italiane.

La confederazione Conapi Nazionale ha abbracciato questa visione, promuovendo una serie di iniziative per affrontare il tema dell’immigrazione in modo costruttivo e pragmatico. Tra gli eventi recenti, spiccano il convegno organizzato ad Avellino presso la Camera di Commercio e quello tenutosi a Milano, nella prestigiosa sede del Palazzo Pirelli della Regione Lombardia. Un altro importante appuntamento è previsto per il 26 marzo prossimo a Roma, nella Sala Marco Biagi del CNEL, dove interverranno autorevoli relatori per discutere soluzioni innovative in materia di immigrazione e lavoro.

Un ulteriore passo avanti è rappresentato dal protocollo d’intesa siglato tra Conapi Nazionale e Confintesa, finalizzato alla promozione congiunta di progetti formativi nei paesi nordafricani. Questo accordo mira a sviluppare un modello di immigrazione controllata e di qualità, utile sia per i paesi di origine che per il mercato del lavoro italiano.

Investire in progetti formativi e immigrazione regolata non significa solo colmare la carenza di lavoratori, ma anche costruire un ponte di crescita economica e culturale. È il momento di riconoscere che l’immigrazione non è un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare, per un’Italia più competitiva e inclusiva.